martedì 19 maggio 2020

La creatività in Platone Step #8

"Diciamo dunque per quale ragione l'artefice realizzò la generazione e quest'universo. Egli era buono, e in chi è buono non si genera mai alcuna invidia riguardo a nessuna cosa: essendone dunque esente, volle che tutto fosse generato, per quanto era possibile simile a lui. Se si accettasse da uomini assennati questa ragione come quella più fondata della generazione e del cosmo, la si accetterebbe nel modo più corretto. Volendo infatti il dio che tutte le cose fossero buone, e nessuna, per quanto possibile, cattiva, prendendo così quanto vi era di visibile e non stava in quiete, ma si muoveva sregolatamente e disordinatamente, dallo stato di disordine lo riportò all'ordine, avendo considerato che l'ordine fosse assolutamente migliore del disordine"
                                                                            tratto dal "Timeo" di Platone

Demiurgo: dio artigiano che plasma il mondo
In questo estratti di testo, tratto dal Timeo di Platone è possibile ritrovare il concetto di creatività inteso così come emerge analizzando l'epistemologia del termine, ossia come il realizzare qualcosa, "il fare dal nulla". Tale compito è, secondo Platone, attribuito al Demiurgo, ossia l' "artefice e il padre dell'universo". Egli non è un dio creatore ma piuttosto
un dio ordinatore che dà il soffio vitale alla materia informe e ingenerata. Infatti egli nasce come mediatore tra il mondo delle idee e quello della materia: attraverso di lui le idee non rimangono pura astrattezza ma si calano nel mondo sensibile donandole una forma e un ordine, anche se imperfetto. Sul piano filosofico, il Demiurgo risponde dunque alla necessità di dare un principio unitario al mondo delle idee e a quello della realtà sensibile teorizzati dallo stesso Platone. Secondo Platone le idee sono "pura forma" e quindi sono prive di alcun genere di imperfezione e corruzione a differenza del mondo sensibile. Per tale motivo, il dio artigiano ha il compito di plasmare la materia informe in tali idee ideali plasmando un mondo che risulta essere il più perfetto possibile ma, siccome la materia di cui è fatto il mondo si oppone a tale plagio,  il mondo che ne esce risulta imperfetto e corruttibile. Il Demiurgo infatti plasma il mondo indirizzandolo al meglio poiché egli ha come modello l'idea del bene. Affinché possa essere conservata tale idea, nonostante la mutevolezza della materia plasmata, egli concede il Tempo, immagine mobile dell'eternità, che avrà uno sviluppo circolare e ciclico.  Il mondo è plasmato seguendo figure geometriche e per questa ragione per conoscere il mondo occorre usufruire della matematica ma affinché sia sempre orientato al bene il Demiurgo gli ha donato anche un' anima. Dunque senza di lui "è impossibile che ogni cosa abbia nascimento" (Timeo). 


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